Cinque fasi della preparazione agli esami

Non vi dico nulla di nuovo. Sicuramente tutti voi sapete meglio di me come funzionano queste cose. Se solo avete frequentato un liceo o una scuola superiore, saprete che preparare una verifica si compone di diverse fasi, la maggior parte delle quali piuttosto spiacevoli. In media ecco cosa succede quando dobbiamo preparare un esame.

1. Negazione (ovvero c’è tempo, tiriamo freccette ai palloncini)

La prima fase si protrae in media fino a qualche giorno prima dell’esame e si accompagna a grande sfoggio di noncuranza e relativa calma. Mancano mesi, settimane, giorni… non c’è bisogno di correre. In fondo sono solo MILLECINQUECENTO pagine di manuale, OTTO testi obbligatori più altri CINQUE facoltativi per prendere più di 24. Coraggio, ragazzi, si può fare in un mesetto o giù di lì. Abbiamo tutto il tempo per recuperare le dodici serie tv che abbiamo lasciato indietro, leggere tre volte Guerra e Pace e ci scappa pure la gita al mare.
E se qualcuno prova a farvi notare che sarebbe ora di studiare…





2. Rabbia (ovvero chi diavolo ha mandato avanti il tempo?)

No, qualcuno vi ha fregati. Non è possibile che manchino solo più dieci giorni all’esame, qualcuno deve pagare per questo! E ovviamente non siete voi.
Gli insegnanti vi odiano. I vostri genitori, che vi chiedono di aprire la finestra della vostra stanza perché non si trasformi in una camera a gas, vi odiano. Gli amici che scelgono proprio quei giorni per organizzare dieci barbecue, due gite, quattro serate in discoteca, vi odiano. L’Università vi odia. La segreteria vi odia.
Il mondo è un posto orribile.



3. Contrattazione (ovvero suddividere le pagine da studiare nei giorni rimanenti)

Dopo il primo momento di panico spaesamento, decidete che è inutile piangere sul vino latte versato e cominciate a fare piani a livello dell’operazione Barbarossa per arrivare all’esame con il minimo di preparazione richiesta. Forse se quel capitolo lo saltate, se leggete gli appunti del vostro amico secchione che non si è perso una lezione e sacrificate un agnello sull’altare degli dèi universitari, l’esame potrebbe anche andare bene.
In fondo in quarta elementare avete aiutato una vecchietta ad attraversare la strada, non avete mai ucciso il cane dei vicini che vi sveglia alle due di notte per ululare alla luna e avete sempre, SEMPRE, chiuso la bottiglia del latte prima di rimetterla in frigo. Il karma vi deve questo favore.




4. Depressione (quando mancano tre giorni all’esame e la pila dei libri ancora da studiare supera l’altezza della Torre di Babele)

Non c’è bisogno che vi dica cosa succede, vero? Diciamo che, se il pagliaccio di IT arrivasse e vi proponesse un giro in barca insieme a Sweeny Todd e Joker, saltereste a bordo senza neanche portarvi i calzini di ricambio.



5. Accettazione (non che ci resti scelta…)

Ormai il dado è tratto.
Abbiamo fatto 30.
Carpe diem.
Mal comune…
L’accettazione di solito arriva un istante prima di sedersi davanti al prof e cominciare a vomitare parole senza senso che nelle ultime ore avete disperatamente cercato di appiccicarvi in testa con il vinavil. Non sapete bene nemmeno voi di cosa state parlando, o non parlando, sapete solo che quello è il giorno più brutto della vostra vita, che siete dei deficienti, degli idioti, che se solo aveste iniziato qualche giorno prima ora non stareste inventando una nuova guerra/un nuovo teorema matematico/un libro mai scritto ma che voi avete letto e apprezzato. La prossima volta inizierete in tempo. Davvero. Partirete e studiare tre mesi prima con tanto di schemi e…
 “Va bene, va bene. Le do 20 e non ne parliamo più!”.





E, improvvisamente, tutti i buoni propositi vengono dimenticati e si torna al punto di partenza.
In fondo fa parte del gioco.

No?

Commenti

  1. Post splendido :) Io per ora sono alla fase uno. C'è ancora un mese, c'è ancora un mese... Tanto non devo dare tre esami a giugno, nooo.

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    1. C'è sempre tempo! E io non devo dare un esame il 12 maggio, quando ci sarà anche il Salone del Libro a tre fermate di autobus da casa mia, noooooo.

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  2. Ahahahahahaha quoto tutto! Io avevo anche la fase "Ti prego fa che mi chieda questo, questo e questo..." generalmente è il momento dell'appello, e la fase "metti su la faccia da so tutto che va bene". Quest'ultima è la fase dei minuti che precedono la prima domanda.

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    1. Io credo di non essere mai stata in grado di fare quella faccia. Di solito i prof possono leggere chiaramente il panico nei miei occhi, credo sia per quello che alla fine i buoni hanno pietà di me e i cattivi invece godono a infierire...

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  3. Dopo la triennale ho superato queste fasi e ho sempre studiato per tempo ^_^

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  4. Sono tornata indietro di anni, fino agli esami orari universitari... DEI che brutta cosa!

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